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I giovani e i social network

L’universo dei giovani è cambiato profondamente negli ultimi 10 anni. Le nuove generazioni, rispetto anche solo agli attuali trentenni, affrontano il mondo in maniera completamente diversa, con un’ apertura mentale maggiore.

Le nuove tecnologie hanno portato ad allargare i nostri confini e ad avvicinare le nostre esperienze sia dal punto di vista spaziale ( se si pensa a quanto lungo fosse il viaggio per arrivare in America) che temporale. Infatti oggi, con le nuove tecnologie e con i social network, puoi raggiungere il tuo amico partito per l’ India con un clik o puoi rintracciare una persona cara persa di vista attraverso Facebook. I giovani, forse molto meglio di noi adulti, hanno capito queste nuove opportunità che internet può offrire. Hanno capito che Facebook può essere uno strumento di democrazia dove chiunque può esprimere le proprie idee liberamente senza essere censurato e dove, anche i più timidi, possono avvicinarsi con maggior coraggio, instaurando relazioni che altrimenti sarebbero risultate estremamente difficoltose ed impregnate di ansia e di paura.

Sui social network siamo tutti uguali senza distinzioni socio-economiche o di razza. Siamo in un mondo dove regna la paura verso l’esterno, dove i bambini non possono più uscire da casa e giocare liberamente all’aria aperta, spesso per l’ansia eccessiva dei genitori, un mondo dove si preferisce rimanere rinchiusi nelle quattro mura domestiche e dove la creatività è negata al bambino che deve avere tutta la sua dimensione ed espressione di sè incasellata da spazi e tempi scanditi dagli adulti tra piscina, catechismo, inglese e musica, perché altrimenti “si annoiano”. In questo mondo internet rappresenta per i giovani un mondo di libertà e di informazione interattivo molto importante.

Con ciò ovviamente non si vogliono trascurare i pericoli enormi che il mondo dei social network può portare, pericoli legati alla pedofilia o ad una sessualità precoce che può confondere e deviare la naturale crescita emotiva. Per evitare tutto ciò, i genitori devono essere sempre presenti con i loro figli. E’ necessario uno scambio comunicativo continuo tra figli e genitori, uno scambio che però deve passare anche attraverso il mondo dei ragazzi e la condivisione dei loro mezzi comunicativi per permettere loro di aprirsi e far capire che da parte degli adulti non c’ è solo critica ma anche condivisione dei loro interessi, delle loro passioni. Si devono sentire capiti per potersi aprire, devono sentire che condividiamo il loro mondo, devono sentire che si possono confidare se dovessero avere problemi proprio attraverso gli strumenti che amano di più.

Luca è un ragazzo di 14 anni chiuso nel suo mondo. Figlio di genitori separati, Luigi e Rita, “naviga” dalla casa della madre a quella del padre per i fine settimana alternati decisi dal giudice. Quando si reca dal padre si porta sempre appresso gelosamente il suo portatile e si chiude nella sua camera con il PC. Il padre prova a comunicare con lui perché lo vede sofferente e troppo introverso ma il ragazzo pone un muro. Esce dalla sua “tana” solo per mangiare insieme al padre e poi va di nuovo a rintanarsi. Quando sta con la madre esce un po’ di più con gli amici ma è sempre molto chiuso nel suo mondo.

Quindi i genitori si rivolgono a noi terapeute per un consulto . Luca si rifiuta di venire. Già dalle prime sedute emerge un’ incapacità dei genitori di trovare un accordo sulle regole da impartire al figlio, conflittualità che, anche se latente, viene percepita dal figlio. Il lavoro terapeutico iniziale è stato proprio quello di ridurre questa conflittualità presente tra i genitori e in un secondo momento si è lavorato sulla comunicazione genitori- figlio. Vista l’età di Luca, 14 anni, e visto che in questa fase adolescenziale, essendo un maschio, è importante il rapporto di identificazione del figlio con il padre, si è pensato di iniziare ad abbattere il muro che divide i genitori dal figlio facendo entrare Luigi nel mondo comunicativo del ragazzo. L’idea è stata di avviare uno scambio comunicativo, tramite Messanger, del padre con il figlio. Inizialmente la comunicazione tramite e-mail era titubante ma pian piano Luigi è riuscito a conquistare Luca e i loro messaggi sono stati sempre più emotivamente coinvolgenti. Pertanto, in questo modo il figlio si è sentito accolto nel suo mondo e ha sentito di poter parlare con dei mezzi da lui molto apprezzati e su un terreno conosciuto e meno ansiogeno.

In questa nuova atmosfera conquistata il padre ha chiesto al figlio, sempre attraverso Messanger, la sua partecipazione ad una seduta di psicoterapia e Luca a questo punto ha accettato. In questo contesto finalmente si è riuscito a far parlare madre, padre e figlio. E’stato l’inizio di un rapporto più forte.

Certo, davanti per i tre c’è un lungo cammino da fare ma una breccia è stata aperta sul muro e forse il mondo di internet può essere visto come un grande contenitore, uno spazio solo loro, del padre e del figlio, nel quale possono condividere molte emozioni.

Anche la madre, con gli sms al figlio della buona notte quando Luca sta con il padre o con un grosso t.v.t.b., può trasmettere un messaggio di condivisione semplice, leggero ma tanto significativo.


Articolo a cura della
Dr.ssa Stefania Martina
Psicologa Psicoterapeuta a Roma

Dott.ssa Stefania Martina
Psicologa Psicoterapeuta

Roma

Iscritta all’Albo Professionale degli Psicologi della regione Puglia n. 1050
Laurea in Psicologia
P.I. 09826701006

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